Da Affaritaliani.it

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Agricoltura, riuso, eco efficienza e rispetto dell’ambiente. Le imprese investono e regalano il primato di crescita. Il segreto del successo e dei nuovi posti di lavoro è la sostenibilità.

Chi ha detto che non c’è lavoro? A leggere i dati sugli occupati spunta che l’agricoltura è l’unico settore che ha il segno positivo. Insomma, la terra tira e soprattutto in città fioriscono le aziende che propongono il chilometro zero. E ora fioccano i primati, segno che una riconversione è possibile. Il Lazio con 33.028 imprese green, il 24,5% della regione, è al terzo posto in Italia per numero assoluto di imprese che hanno investito nell’ultimo triennio, o investiranno entro l’anno, in tecnologie e prodotti verdi.

Per quanto riguarda le province Roma si colloca al primo posto con 23.756 imprese green, equivalenti al 24,2% del totale delle imprese della provincia. Seguono Latina con 3.917 imprese green (27,7%), Frosinone 2.949 imprese verdi (24,5%), Viterbo 1.709 imprese verdi (23,9%), Rieti 697 imprese green (22,4%). Oltre ad essere la prima provincia della regione per numero di imprese che puntano sulla sostenibilità, Roma è la seconda provincia in Italia per numero assoluto di imprese che investono green.

 

Ma la green economy è un sistema più complesso, che parte dalla terra e alla terra torna. Spiega Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere che ha realizzato il rapporto GreenItali 2012 insieme a Wired, Comieco, ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo economico e la fondazione Symbola: “L’economia verde può rappresentare una chiave strategica per superare questa lunga crisi, uscendone più forti e meglio in grado di costruire un futuro diverso, più sostenibile e più ricco di possibilità. Grazie ad un modello di sviluppo che si fonda sui valori tradizionali dei territori e dei sistemi produttivi italiani di piccola impresa: qualità, innovazione, eco-efficienza, rispetto dell’ambiente”. “Per far ripartire il Paese non basta fronteggiare la crisi – ha spiega il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci –. Affrontare i nostri mali antichi: il debito pubblico, l’illegalità e l’evasione fiscale, le diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza, il sud che perde contatto, una burocrazia speso soffocante. Serve una visione in grado di mobilitare le migliori energie per affrontare le sfide del futuro. È necessario difendere la coesione sociale non lasciando indietro nessuno, e scommettere sull’innovazione, sulla conoscenza, sull’identità dei territori: su una green economy tricolore che incrocia la vocazione italiana alla qualità e si lega alla forza del made in Italy. È necessario cambiare partendo dai talenti dell’Italia che c’è. Per uscire dalla crisi e trovare il suo spazio nel mondo che cambia, insomma,  l’Italia deve fare l’Italia”.

rapportogreenitaly2012

Di cinzia

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