Ambiente e agricoltura  nelle proposte degli stati generali della green economy della fondazione  per lo sviluppo sostenibile

Nicola Stolfi e Lucio Triolo

La fondazione  per lo sviluppo sostenibile (http://www.fondazionesvilupposostenibile.org),  coinvolgendo,  dal 3 luglio al 25 settembre 2012,  39 organizzazioni  di imprese promotrici(*);193 componenti dei gruppi di lavoro e 1120  persone consultate nelle 8 assemblee  nazionali  programmatiche, ha prodotto nel progetto stati  generali della green economy, 8  documenti:

sviluppo dell’ecoinnovazione;

sviluppo dell’ecoefficienza,della rinnovabilità dei materiali e del riciclo dei rifiuti;

sviluppo dell’efficienza e del risparmio energetico;

sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili;

sviluppo dei servizi ambientali;

sviluppo della mobilità sostenibile;

sviluppo delle filiere agricole di qualità ecologica;

sviluppo di una finanza e di un credito sostenibile  per la green economy.

A seguito di cio’ sono stati raccolti via web 109 contributi esterni. Infine  la  Roadmap per la green economy in Italia, organizzata a Rimini il 7 e 8 Novembre2012, haprodotto

 70 PROPOSTE degli Stati Generali di Rimini che nelle intenzioni degli organizzatori  della fondazione  costituirebbe uno strumento DELLO LO SVILUPPO DELLA GREEN ECONOMY PER CONTRIBUIRE A FAR USCIRE L’ITALIA DALLA CRISI.

Queste 70 proposte, estratte dai documenti elaborati dagli  8 gruppi di lavoro tematici, arricchite con un’ampia consultazione e, tenendo conto del confronto sviluppato durante gli Stati generali di Rimini, sono state raggruppate nei seguenti comparti:

I. Misure generali per una green economy.

II. Sviluppo dell’ecoinnovazione.

III. Sviluppo dell’ecoefficienza, del riciclo e della rinnovabilità dei materiali.

IV. Sviluppo dell’efficienza e del risparmio energetico.

V. Sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.

VI. Tutela e valorizzazione dei servizi degli ecosistemi.

VII. Sviluppo delle filiere agricole di qualità ecologica.

VIII. Sviluppo di una mobilità sostenibile.

Nell’ ambito della  consultazione sui documenti degli 8 gruppi di lavoro gli autori di questo scritto hanno presentato alcuni emendamenti  (di cui alcuni recepiti) ai documenti seguenti:

Sviluppo dei servizi degli ecosistemi;

Sviluppo delle filiere agricole di qualità ecologica

Proponiamo ora di seguito ai comparti VI e VII  sopracitati  delle 70 tesi alcune note  e osservazioni  che riteniamo  possano essere implementate discusse o sostituite da altre  da parte dei lettori di TERRRE.

Infatti riteniamo che l’impianto complessivo  delle 70 tesi, specificatamente per le tesi sui servizi degli ecosistemi  e sulle filiere agricole di qualità ecologica, sia apprezzabile  sia per i contenuti che per  il processo   di elaborazione seguito dai  gruppi, dalle conferenze  di presentazione e dai contributi  della consultazione allargata e dalla conferenza.

Cio’ può costituire una base di un dibattito su tematiche che sono coerenti con le finalità della rivista.

 VI. TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI SERVIZI DEGLI ECOSISTEMI

La Road map europea per lo sviluppo della green economy dedica grande attenzione al ruolo del capitale naturale e dei servizi ecosistemici per una ragione molto semplice: la nuova economia si chiama green proprio perché punta su un’elevata qualità ecologica, mantenendo o ricostituendo gli stock di capitale naturale, tutelando e valorizzando i servizi forniti dagli ecosistemi, basi indispensabili per il nostro benessere e per il nostro sviluppo economico.

49. TUTELARE E VALORIZZARE IL TERRITORIO ITALIANO che, col suo straordinario patrimonio storico e artistico, paesistico e naturale, nonostante i fattori di pressione e di degrado presenti in diverse aree, mantiene un grande valore, fornisce servizi di grande importanza per la nostra qualità della vita, per diverse delle nostre attività economiche, consente di associare il made in Italy ad un’idea di qualità e di bellezza. Per mantenere questo patrimonio, interrompere i processi di degrado e alimentare attività di risanamento e recupero, occorre dare forza di legge a linee fondamentali che tutelino l’assetto del territorio italiano, che ne fermino il degrado e il consumo e forniscano i riferimenti per una riforma urbanistica, stabilendo, fra l’altro, che è vietato utilizzare nuove aree per edifici o infrastrutture se prima non si dimostra di non poter far fronte alle nuove esigenze recuperando costruzioni esistenti e aree dismesse.

50. ATTUARE UN PROGRAMMA DI RIQUALIFICAZIONE DELLE CITTÀ.

Le città italiane, le piccole, conservano grandi valori storici e architettonici, ma sono anche all’origine di fattori d’impatto. La riqualificazione, recupero e risanamento non solo dei centri storici, ma anche delle aree urbane periferiche e delle aree industriali dismesse, sono essenziali. Occorre dare più forza alle iniziative locali per rendere le città più sostenibili: programmi di recupero e di riqualificazione energetica, piani di azione per l’energia sostenibile (SEAP), progetti per Smart City, iniziative per raccolte differenziate spinte, piani di mobilità sostenibile e via dicendo. Attivare un programma nazionale di riqualificazione urbana che, basandosi sulle migliori pratiche, promuova un quadro di riferimento, un supporto e una spinta per le iniziative locali, attivi progetti integrati e sia in grado di valorizzare l’impiego delle risorse disponibili (europee, nazionali e locali) e di attivarne di nuove.

51. TUTELARE E VALORIZZARE LE AREE NATURALI PROTETTE.

Le aree naturali protette di terra e di mare, dai parchi alle riserve, dalle zone di protezione speciale ai siti di importanza comunitaria, anche a seguito della estesa diffusione territoriale, svolgono nel nostro Paese un importante ruolo strategico poiché tutelano la biodiversità eparti importanti del nostro territorio. Sviluppare attività di green economy coerenti con le finalità di elevata tutela ambientale (agricoltura di qualità ecologica, turismo formativo, uso di energie rinnovabili, efficienza energetica degli edifici, forme di mobilità sostenibile, raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti, ecc.), nelle parti di tali aree dove sono presenti insediamenti e attività economiche, contribuisce a mantenere e aumentare la qualità dell’ambiente e offre occasioni di sviluppo e di lavoro sopratutto ai giovani .

52. TUTELARE LE RISORSE IDRICHE, REALIZZARE USI EFFICIENTI E MIGLIORARE LA

QUALITÀ DELLE ACQUE, attuando le Direttive europee del settore, adeguando delle dotazioni idriche pro capite agli standard europei, migliorando, dove necessario, i sistemi di approvvigionamento, il risanamento e la qualità dei corpi idrici nonché adeguando la dotazione degli impianti di fognatura e depurazione. Serve un programma per intensificare gli interventi sulle reti acquedottistiche per ridurre le perdite, attualmente intorno al 35/40% e un adeguamento del metodo tariffario per promuovere il risparmio idrico, con attenzione alla progressiva riduzione dell’uso di acque di elevata qualità per usi non potabili, nonché l’introduzione di meccanismi che incentivino il riutilizzo dell’acqua in impieghi compatibili.

53. ACCELERARE LE BONIFICHE E IL RECUPERO DEI SITI CONTAMINATI per recuperare l’utilizzo di aree importanti, riducendo il consumo di nuovo suolo. Inserendo la bonifica delle acque sotterranee nel quadro del raggiungimento degli obiettivi di qualità della risorsa idrica, differenziando i tempi rispetto alla bonifica dei suoli contaminati, è possibile garantire una più rapida restituzione agli usi legittimi dei terreni bonificati. Per favorire la ripresa di attività produttive in siti bonificati è utile raccordare la normativa in materia di bonifiche con quella sulle attività industriali, in particolare con la nuova Direttiva sulle emissioni industriali. Occorre dare piena implementazione alle procedure previste per i Siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale, a partire dal rifinanziamento del Programma CIPE nel Piano per lo Sviluppo Economico.

54. REALIZZARE UNA GESTIONE SOSTENIBILE DEL PATRIMONIO FORESTALE.

La superficie forestale complessiva in Italia di circa 11 milioni di ettari (il 36,2% della superficie del Paese), dal 1920 ad oggi l’estensione delle foreste italiane è triplicata a causa dell’abbandono di pascoli e di aree agricole in montagna. Per sviluppare una gestione sostenibile di questo pa-trimonio sono necessarie misure di sostegno con un nuovo sistema di incentivi, non più orientato unicamente alla produzione, finanziato con una quota delle risorse risparmiate grazie alla contabilizzazione degli assorbimenti forestali, con risorse derivanti dal mercato delle emissioni di anidride carbonica (ETS ) oppure dalle risorse derivate dalla carbon tax. Occorre attivare un meccanismo di certificazione della sostenibilità della gestione forestale, assicurando la tutela del patrimonio forestale e il controllo della filiera del legname; incrementare la produzione di legname di qualità e utilizzare gli scarti di lavorazione come biomassa ad uso energetico; valorizzare anche i prodotti forestali non legnosi (funghi, tartufi, castagne, pinoli, sughero, erbe aromatiche e medicinali e altri prodotti).

Note e osservazioni

Aree protette

Come auspicato da Federparchi nel Documento per il VII Congresso .“E’ necessario un ampio confronto preventivo con le popolazioni residenti perchè i parchi siano riconosciuti come un valore economico anche per chi vive e lavora, in particolare gli agricoltori. Oggi i motivi di conflitto stanno venendo meno grazie ad esempi virtuosi di agricoltura condotta con metodi corretti di conservazione e di produzione di qualità. Per questa ragione la presenza degli agricoltori negli organismi di gestione diventa una esigenza imprescindibile per dare corpo ad una gestione davvero inclusiva e partecipata. Bisognerà operare sempre più evitando vincoli ma piuttosto elaborando nuovi approcci di tipo contrattuale sollecitati dalle stesse norme comunitarie”.

Risorsa idrica

Occorre ribadire che nel documento non si insiste sul fondamentale risultato politico dell’acqua pubblica come determinato nella consultazione referendaria del giugno 2011  che ne consegue nella definizione dell’ acqua quale bene comune.

Da tenere conto comunque anche del fatto che a volte le perdite non sono solo quelle fisiche, ma sono anche di carattere gestionale (nel senso che grandi quantitativi di acqua non vengono fatturati) Per questa ragione bisognerà fare interventi significativi per razionalizzare gli Enti gestori delle risorse idriche pubbliche e sia dal punto di vista della loro maggiore efficienza sia dal punto di vista amministrativo, evitando sprechi e disfunzioni.

Il vincolo contenuto nella Direttiva 2000/60 che impone ad ogni settore il “full cost ricovery” determinerà specialmente nel settore primario un onere nella maggior parte dei casi insopportabile. Per questo sarebbe utile che le autorità pubbliche italiane utilizzino con criterio e raziocinio quella opportunità, contenuta in un allegato della Direttiva, e concessa agli Stati  membri, che “…possono tener conto delle ripercussioni sociali, ambientali ed economiche del recupero, nonchè delle condizioni climatiche e geografiche della regione interessata ”.

Comunque bisognerà intervenire in questo caso, almeno in via transitoria, con una fiscalità generale.

Bonifiche e recupero dei siti contaminati

Non è chiaro chi opererà per le bonifiche che in alcuni siti che subiscono impatti multipli sono di difficile monitoraggio ed alcuni xenobiotici sono misurabili nelle concentrazioni solo con strumentazioni sofisticate  (PCB ,IPA  etc).Infatti la destinazione d’uso dei siti bonificati impone interventi molto mirati in relazione alla tossicità   ed ecotossicità dell’elemento o composto inquinante.

La bonifica dei SIN (siti d’interesse nazionale) che sono57 initalia e presentano caratteristiche di ambiente altamente compromesso dovrebbero essere sostenute economicamente in gran parte dai soggetti responsabili delle emissioni ….prevalentemente privati…ma nel documento non se ne  fa alcun cenno.Nel  programma fiscal compact non sembra ci sia alcun investimento del Governo per porre rimedio ai drammatici risultati epidemiologici  che sono emersi in 44 dei 57  SIN  nella presentazione del progetto SENTIERI nell’ottobre 2012.La cronaca delle vincende dell’ILVA e il ruolo del governo sottolineano la complicità del Ministero dell’Ambiente con gli interessi dell’azienda piuttosto che nella tutela   dell’ambiente e della salute dei lavoratori dell’ILVA  e dei cittadini di Taranto.

VII. SVILUPPO DELLE FILIERE AGRICOLE DI QUALITÁ ECOLOGICA

Le filiere agricole, da quella prioritaria delle produzioni alimentari, fino a quelle delle agroenergie, delle produzioni di materiali biodegradabili, dell’agriturismo e della gestione forestale e del territorio, possono avere importanti prospettive di sviluppo puntando sull’elevata qualità ecologica.

55. PRESERVARE LA DESTINAZIONE D’USO ED ARRESTARE IL CONSUMO DEL SUOLO AGRICOLO.

La superficie agricola totale è scesa dal 1990 al 2010 da 22,7 milioni di ettari a 17,27, quella utilizzata da 15 milioni di ettari a 12,88: ciò è avvenuto per l’abbandono di attività agricole in particolare in aree montane e collinari e per il consumo di suolo per lo sviluppo degli insediamenti e delle infrastrutture. Questi numeri, fra l’altro, evidenziano che, senza intaccare la priorità delle produzioni agroalimentari, c’è ampio spazio anche per lo sviluppo di fonti rinnovabili in vaste aree ormai non più coltivate e che occorre favorire il mantenimento e il ritorno ad attività agricole, e il reddito da esse prodotto, per invertire la tendenza alla riduzione della superficie agricola utilizzata e che va frenato il consumo e la cementificazione di suolo agricolo anche attraverso la destinazione diversa da quella corrente degli oneri di urbanizzazione, da impiegare per obiettivi di tutela e di riqualificazione ambientale.

56. PROMUOVERE LA MULTIFUNZIONALITÀ E LA PLURIATTIVITÀ NELLE AREE AGRICOLE in particolare affidando alla imprese agricole la fornitura di beni e servizi diretti alla manutenzione del territorio. Tutelare le risorse naturali a garanzia della biodiversità con la collaborazione di agricoltori destinatari di misure fiscali agevolate. Avviare un piano di opere ed infrastrutture dirette alla messa in sicurezza ed alla stabilità del territorio, anche utilizzando ri-sorse già destinate alle cosiddette grandi opere rimaste incompiute o non autorizzate.

57. FAVORIRE L’OCCUPAZIONE GIOVANILE IN FILIERE AGRICOLE DI QUALITÀ ECOLOGICA

Con misure di accesso agevolato al credito e agevolazioni fiscali in grado di ridurre il costo del lavoro.

58. RAFFORZARE L’INFORMAZIONE DEI CONSUMATORI

Costruire un quadro trasparente di regole nella comunicazione al consumatore delle caratteristiche degli alimenti, della loro ori-

gine territoriale e delle modalità dei processi di produzione al fine di promuovere scelte responsabili e di orientare i consumi verso acquisti consapevoli di prodotti alimentari salubri e green, di prevenire e ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera agroalimentare e di promuovere modelli di produzione, distribuzione e consumo basati su una filiera corta.

59. PROMUOVERE LO SVILUPPO DELLE AGROENERGIE

Tramite impianti di piccola taglia operanti nel raggio di una filiera corta con utilizzo prevalente di residui di produzione e di rifiuti presenti sul territorio.

60. MIGLIORARE L’USO DELLA RISORSA IDRICA IN AGRICOLTURA Incentivando modalità razionali di irrigazione, anche attraverso il riutilizzo delle acque e la costruzione di piccoli invasi. Adottare specifiche iniziative per analizzare le cause e prevenire il fenomeno delle perdite e degli sprechi idrici in agricoltura e lungo la filiera alimentare.

61. PROMUOVERE L’AGRICOLTURABIOLOGICAE LE BUONE PRATICHE AGRONOMICHE che consentano di tutelare le risorse sotto il profilo qualitativo e quantitativo, aumentare e mantenere la qualità del territorio, la fertilità organica del suolo ed il sequestro di carbonio.

62. PROMUOVERE IL RUOLO DELL’AGRICOLTURA NEI TERRITORI MONTANI E COLLINARI E NELLE AREE PROTETTE, NONCHÈ NELLE AREE URBANE, anche nell’ambito dei programmi regionali di sviluppo rurale, per valorizzare filiere agricole di qualità ecologica e progetti legati alla multifunzionalità ed alla produzione sostenibile, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese.

63. MIGLIORARE L’ATTENZIONE ALLA LEGALITÀ NEL SETTORE AGRICOLOe nei territori rurali e montani, ponendo a servizio della collettività risorse e uomini con la capacità di analizzare, investigare e penetrare le nuove frontiere della criminalità anche attraverso la moderna e rivisitata funzione del poliziotto di campagna.

Note e osservazioni

Suoli agricoli

“La proposta di legge sulla difesa del territorio agricolo, presentata dal Ministro dell’Agricoltura approvato dal CdM il 14 Settembre, costituisce un utile elemento per tentare di frenare la continua emorragia del territorio destinato all’agricoltura.  Molti articoli hanno il pregio di centrare i problemi che hanno compromesso la situazione; altri, come ad esempio quello relativo al blocco alla vendita per cinque anni dei terreni che hanno beneficiato di sussidi pubblici, o quello relativo all’estensione massima di terreni agricoli edificabili (ossia di quei terreni la cui destinazione d’uso può essere modificata dagli strumenti urbanistici), applicata in modo identico a scala territoriale, dovranno essere ulteriormente approfonditi

Promuovere la multifunzionalità

Mentre è condivisibile il disaccoppiamento e la multifunzionalità dell’agricoltura, dall’altra non si può non  riconfermare il valore e la funzione primaria dell’agricoltura e del lavoro dell’agricoltore come produttore di beni alimentari.

Rafforzare l’informazione dei consumatori

E’ anche necessario promuovere una educazione alimentare incentrata su criteri dietologici essenziali che tengano conto non solo della qualità del prodotto ma anche di regole per la prevenzione delle patologie generate da eccessi e squilibri alimentari

Promuovere lo sviluppo delle agroenergie

La produzione di energia da biomasse e da biocarburanti esige rigorose cautele per la tutela dell’ambiente e della salute umana.In tal senso l’”utilizzo di residui provenienti dal territorio” appare  ambiguo perché  non è indicata la natura dei rifiuti.  Ovviamente è da escludere assolutamente l’uso dei rifiuti indifferenziati che possono sviluppare  PCDD (diossine)  e PCDF(furani) sostanze molto tossiche. Ma , com’è noto , anche la combustione del legno o del biogas genera  emissioni.  di CO2, di particolato e di ossidi di azoto   nonché di NMCOV (composti organici volatili non-metano). E dunque è necessario in relazione alla potenza della centrale  valutare quali-quantitativamente le emissioni e il possibile impatto ambientale  e sanitario  sul territorio.    Ovviamente sul piano della sostenibilita è preferibile l’uso delle biomasse e dei biogas rispetto a quello del gas naturale che viene impiegato per la produzione elettrica in impianti termoelettrici a turbogas di potenza mediamente  di  800MWe .Questi , anche rispettando la normativa in materia di valutazione delle emissioni inquinanti  alla bocca del camino,investono ampie superfici  urbane e suburbane delle ricadute inquinanti e sono dunque più nocivi dei piccoli impianti a biomassa che hanno mediamente potenze di 2-5 MWe

Promuovere l’agricoltura biologica e le buone pratiche agronomiche

Manca un aspetto fondamentale: l’agricoltura contribuisce alla diminuzione dell’anidride carbonica in atmosfera sostanzialmente per il fatto che produce sistemi vegetali capaci di assorbirla attraverso la captazione fotosintetica da parte dei sistemi foliari; solo marginalmente per il fatto di essere condotta in modo razionale e attraverso l’incremento della fertilità organica.

Inoltre l’agricoltura biologica  consente colture ad alta sostenibilità ambientale perchè  esclude l’uso dei fitofarmaci e dei fertilizzanti chimici di sintesi ,in particolare dei nitrati  che immessi  nelle acque di falda utilizzabili come acque potabili producono nell’apparato digerente la sintesi di nitrosoammine e di nitrosoammidi cancerogene per l’uomo . Il consumo di prodotti orto frutticoli che necessariamente possono contenere residui di pesticidi , anche  se nei limiti di legge, costituisce comunque un rischio potenziale per la salute .Infatti le indagini tossicologiche ed epidemiologiche condotte  sul lungo periodo in alcuni casi identificano nell’esposizione anche a concentrazioni nei limiti di legge  cause di insorgenza di patologie nei lavoratori agricoli  e nella popolazione di consumatori.Dunque  l’ agricoltura biologica può  disporre ,sempre attraverso le necessarie procedure di certificazione  degli enti preposti,  di tecnologie antiparassitarie  e  realizzare produzioni  alimentari   che tutelano la salute e dei lavoratori  e dei consumatori.

(*)

1      AGESI – Associazione Imprese di Facility Management ed Energia

2      CONOE – Consorzio Obbligatorio Nazionale Oli Esausti

3      Kyoto Club

4      ANCO – Associazione Nazionale Concessionari Consorzi

5       Centro di Coordinamento Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche

6      CNA-Ambiente – Confederazione Nazionale dell’Artigianato

7      Assogasliquidi

8      Ecomondo-Key Energy-Cooperambiente

9      Fise Assoambiente – Federazione Imprese Servizi Ambientali – Confindustria

10     Ecopneus – Consorzio per lo smaltimento dei pneumatici usati

11     Forum per la Finanza Sostenibile

12     CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi

13     Asstra – Associazione Trasporti

14     Assocostieri – Associazione depositi costieri e biocarburanti – Confindustria

15     Federesco – Federazione di Energy Service Company

16     Federambiente – Ass. Italiana dei Servizi Pubblici di Igiene Ambientale

17     Global Compact  – Piattaforma ONU per la Responsabilità Sociale delle Imprese

18     GIFI – Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane

19     COBAT – Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo

20     CIC – Consorzio Italiano Compostatori

21     Freight Leaders Council – Associazione Imprese Logistica

22     APER – Associazione Produttori Energie Rinnovabili

23     Legacoop Servizi

24     Coldiretti

25     Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile

26     Settore Ambiente – Sicurezza Confartigianato

27     Confagricoltura

28     Federpern – Federazione Produttori Idroelettrici

29     CONIP – Consorzio Nazionale Imballaggi Plastici

30     Fise Unire – Fed. imprese servizi di recupero e riciclo dei rifiuti – Confindustria

31     Assosolare – Associazione Nazionale dell’Industria Fotovoltaica

32     Federutility

33     AutoRecycling – Associazione Imprese Riciclo Auto

34     Roberto Testore          Green Economy Network Assolombarda

35     ANEV – Associazione Nazionale Energia del Vento

36     COOU – Consorzio Obbligatorio Oli Usati

37     AIAB – Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica

38     Assobioplastiche

39     CIA – Confederazione Italiana Agricoltori

 

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